Non ti scordar di me: a Mottafollone la malattia d’Alzheimer è raccontata col linguaggio dei fiori e dell’arte

L’esperta Castellucci ha guidato i nostri ospiti nella realizzazione di un murale dedicato al ricordo

L’arte rappresenta da sempre un eccezionale viatico per le emozioni, sia nella loro espressione, sia nella loro decodifica e comprensione. In tutte le sue forme, essa offre un canale privilegiato per veicolare sentimenti anche complessi e spesso difficili da esprimere a parole, soprattutto quando si è in presenza di sindromi dementigene che creano non poche interferenze nella comunicazione tra gli individui. Lo sanno bene le educatrici della RSA di di Mottafollone (CS) che, in occasione della Giornata mondiale dell’Alzheimer, che si celebra ogni anno il 21 settembre, hanno gli ospiti della Struttura protagonisti di un’iniziativa dai diversi risvolti positivi sul piano emotivi, cognitivo e della socializzazione che ha dato vita ad un murale colorato e dai significati profondi.

L’equipe multidisciplinare ha proposto l’allestimento di un laboratorio grafico-creativo guidato dall’esperta in storia dell’arte Laura Castellucci, all’interno del quale i nostri nonnini si sono calati nel ruolo di pittori ed hanno inizialmente realizzato delle forme floreali utili per la stesura del colore sul murale progettato sul tema del ricordo. I fiori sono diventati degli stencil che, una volta adagiati alla parete, sono stati riempiti con varie tecniche pittoriche (acrilico a pennello e spugnature); nell’idea dell’équipe questi sono andati a sostituire i pezzi di memoria che nell’immagine che rappresenta la Giornata volano via da un capo piagato dalla malattia. In particolare, è stato realizzato il fiore “non ti scordar di me” che è diventato simbolo internazionale della malattia di Alzheimer, rappresentando la speranza, la memoria ed il ricordo. Dietro al murale, grazie anche al riferimento a questo fiore, c’è infatti un messaggio di speranza e sostegno per i malati di Alzheimer ed i loro familiari, nonché un riferimento al desiderio di tenere stretti i propri ricordi più cari. La sua realizzazione ha rappresentato un vero e proprio intervento terapeutico a favore del benessere psico-fisico di ciascun ospite ed ha stimolato e potenziato, a più livelli, le funzioni cognitive e le competenze emotive andando ad incidere sulla capacità di memoria, sulla creatività e la socializzazione.

Alla presentazione del murale ha partecipato anche il cappellano della Struttura, don Franco Cozzitorto, che ha impartito la benedizione a tutti i presenti. Particolarmente suggestivo è stato il momento dedicato alla lettura di una storia vera tratta dal web e su cui i nostri ospiti si sono soffermati anche durante tutto il lavoro di preparazione all’evento guidato dalle educatrici; riflettere sulla malattia e sapere che il problema è comune, purtroppo, a tante famiglie ha allentato la morsa della paura nei confronti della patologia degenerativa, scalfendo l’angoscia della solitudine e potenziando anche le abilità empatiche di ognuno. La lettura della storia di Lino e Silvana, ricostruita dalla loro figlia, ha posto l’accento sullo sconvolgimento che segue alla diagnosi di Alzheimer ma anche sulla consapevolezza e necessità di dare valore al tempo, cercando di soddisfare al meglio le esigenze di chi ne è affetto per difendere fino all’ultimo la dignità della persona. Alla fine del racconto, ogni ospite ha ricordato i momenti più belli ma anche più impegnativi del periodo in cui magari ha prestato assistenza ad un familiare, allo stesso tempo ha espresso solidarietà a chi ci è passato e offerto il conforto dell’aiuto reciproco. Anche l’esperta Castellucci ha offerto il suo contributo al dibattito, ripercorrendo il decorso della malattia che ha colpito sua nonna e sottolineando, anche per questo, l’altissimo valore da lei attributo a questa iniziativa. Il dibattito è stato sugellato dalla consegna a quest’ultima di un quadro realizzato da uno dei nostri ospiti e raffigurante un cane e un gatto, simbolo di fiducia, protezione e libertà. Su un’altra tela, invece, di cui è stata ancora omaggiata, tutti quanti hanno lasciato l’impronta della loro mano a simboleggiare “ci sono, non dimenticare chi dimentica”.

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