Il pellegrinaggio al Santuario di San Sosti rinnova la devozione e crea bei momenti di socializzazione
Ancora memori delle grandi emozioni vissute un anno fa, nello scorso mese Mariano gli ospiti della Rsa di Mottafollone (Cs) hanno rinnovato, ancora una volta, la loro profonda devozione alla Madonna del Pettoruto con il pellegrinaggio al santuario di San Sosti.
In due giornate distinte, i nonnini hanno raggiunto l’ambita meta grazie ad una puntuale organizzazione che, coordinata dal Direttore sanitario della Struttura, Giovanni Rosignuolo, ha coinvolto anche la Confraternita di Misericordia di San Sosti che ha garantito la sua collaborazione gratuita negli spostamenti. Ciò ha consentito a tanti di partecipare e raccogliersi in preghiera, di ripercorrere il cammino spirituale magari già compiuto in passato e di godere del viaggio tra emozioni, profumi, paesaggi. Durante il tragitto, infatti, i nostri ospiti hanno ripercorso i loro ricordi, hanno raccontato di quando si aderiva alla tradizione di raggiungere a piedi il santuario, invocando la Madonna con canti e preghiere; lungo il cammino si lasciavano perfino delle pietre ai piedi delle Icone, che poi venivano riprese al ritorno.
Il suggestivo percorso tra le montagne del Pollino, i colori della natura incontaminata e a tratti selvaggia e, poi, il rigore dell’architettura del santuario hanno aggiunto note di sacralità al pellegrinaggio che oltre al significato puramente religioso, ha favorito in ogni partecipante un senso di speranza, di pace e di connessione con qualcosa di grande. Ad accoglierli in basilica Giovanni e Mario Rosignuolo, don Francesco Cozzitorto, don Ciro Favaro, le suore minori Maria Immacolata ed i loro familiari. Don Ciro ha inviato ciascuno ad accostarsi al sacramento della riconciliazione e poi, a turno, tutti si sono raccolti in preghiera affidando alla Vergine “u vutu”, cioè la promessa formulata per un bisogno o un ringraziamento, il “voto” per ottenere in cambio una grazia o un favore. Questo per loro è un atto di fede, amore e devozione, e loro stessi lo hanno spiegato cantando gioiosi, interpretando cioè la strofa estratta dalla canzone “Inno alla Madonna del Pettoruto” che spiega perché tutti loro siano andati a San Sosti a far visita alla Regina: A San Sosti simu venuti, pe truvari la Regina, tutti quanti amu fattu vutu, alla Madonna du Petturutu”.
Subito dopo don Francesco ha raccontato la storia della Madonna del Pettoruto e, tra canti e preghiere, ha impartito una benedizione ai presenti. Molto commoventi sono state le parole del parroco che ha dedicato una preghiera ai malati “perché in Maria trovino aiuto e conforto nel portare la croce della sofferenza, senza venir meno nella speranza”. I nostri ospiti hanno, quindi, omaggiato la Madonna con i fiori realizzati durante le attività laboratoriali in Struttura e la mattinata si è conclusa con un picnic nell’area esterna della basilica. Come da tradizione tutti i presenti hanno preparato pietanze da condividere e gustare insieme, prendendo parte attiva a momenti di integrazione e socializzazione. L’esperienza di viaggiare insieme, condividere i pasti della tradizione e i momenti di preghiera ha rafforzato ancor di più i legami tra gli ospiti e gli operatori tutti, ha rinsaldato le relazioni già esistenti e ne ha creato di nuove, ha rinverdito il senso di comunità dimostrando come il pellegrinaggio sia un’occasione preziosa per gli ospiti della Rsa nel raggiungimento di una condizione di benessere spirituale e globale.